
Buongiorno!
In questi giorni stavo pensando ai progetti che si iniziano e si mettono da parte.
Secondo me si dividono in due grandi categorie:
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Quelli che si mettono in pausa momentaneamente per mancanza di tempo;
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Quelli che si bloccano perché abbiamo capito di aver sbagliato, ma ci metteremmo troppo tempo a disfarlo, allora ci scocciamo e lo posiamo in un angolo o in un cassetto in attesa che ci passi il nervoso.
Se dovessi aggirarti per casa mia e aprire gli armadi, sicuramente troveresti qualche esemplare del genere, con ancora attaccato tutto il gomitolo e il ferro, che puntualmente non riesco a trovare e mi arrabbio pure, perché mica mi ricordo che lo stavo usando per quel lavoro! Beh molti mesi fa - ormai festeggio l’anno a dicembre - avevo deciso di intraprendere l’arduo cammino del progetto fai-da-te con l'uncinetto, partendo da qualcosa di basic, ma carino e, su consiglio di Lisa, avevo scelto le babbucce presenti sul suo canale YouTube Crochet Romance. Anche lì, mi aveva consigliato delle presine da cucina facili facili, ma io nooo! Dovevo osare! E non è finita, perché giusto per rincarare la dose, avevo deciso di realizzarle per mio marito, che inconsapevolmente si era prestato a farmi da cavia.
Insomma, navigo su Internet e compro i gomitoli, ovviamente sfumati perché le volevo belle colorate (a quei tempi non c’era ancora il negozio Filati Romance), sia per me che per lui! Quindi ero bella carica!
I primi problemi saltano fuori all’avvio: mai usato il filo di cotone, perciò non avevo idea di quanto si sfilacciasse nelle mani di una principiante. Inutile dire che solo l’inizio l’ho fatto e rifatto una decina di volte!
Dopo qualche “problemino” iniziale, senza arrendermi, ho proseguito con il lavoro, non tenendo conto del fatto che nel video Lisa faceva una babbuccia del numero 37, mentre io stavo pensando alla zampa di mio marito numero 43! L’unica cosa che ritenni giusto aumentare, furono i giri di Punto Margherita iniziali e il resto lo lasciai uguale.
Dopo ore interminabili arrivai alla parte delle dita e cominciai a vedere che il lavoro appariva “leggermente” diverso dal suo: ovvero, lei stava costruendo la cupola della cattedrale di Santa Maria del Fiore di Firenze, con diminuzioni armoniche e una curvatura allungata, mentre io stavo facendo un igloo eschimese con base larga e tetto basso.
E infatti questo fu il risultato:
Una ciabattina adatta a piedi con piante lunghissime e dita da bambino!
Senza peli sulla lingua, cara amica creativa: diciamolo pure che non assomiglia a quella di Lisa! Forse è perché manca il fiocchetto…no? :P
Non contenta, decisi di iniziare anche la compagna, ma questa volta misuravo in continuazione il lavoro sui piedi per evitare di ripetere errori. E se non c’era lui, usavo le sue ciabatte! Dopo giorni, avendo paura che non venisse come speravo, lo misi da parte nel cassetto del soggiorno.
Da lì, ogni volta che lo aprivo, vedevo queste due babbucce torturate che mi guardavano implorandomi di dargli almeno una degna sepoltura. Trascorsi più di 5 MESI ho deciso di riprendere in mano il lavoro. Perché? Non chiedetemelo! Forse avevo solo bisogno di spazio nel cassetto.
Ecco la compagna:
Julia Volta sei formidabile